L’Italia resta indietro per livello di cultura digitale. Nell’indice digitale europeo Desi (Digital Economy and Society Index) per il 2018, si conferma 25° su 28, posizione che mantiene invariata dal 2015. Quello delle competenze digitali è un tema di portata strategica. Per il 2018, era stimato un fabbisogno di 85.000 nuovi specialisti, 65.000 dei quali per soggetti di primo impiego, più della metà laureati e per fabbisogni che possono essere soddisfatti solo in parte. Già ora esistono criticità per i profili di Data Scientist, Business Analyst, Project Manager, il Security Analyst e altri ancora, necessari per i progetti di Trasformazione Digitale.
Il principale freno all’adozione della tecnologia in aziende e istituzioni pubbliche è costituito, principalmente, dalla difficoltà – da parte di alcuni imprenditori – a comprendere le potenzialità offerte dalle soluzioni digitali e il modo in cui adoperarle.
In questo scenario, le startup possono giocare un ruolo importante per dare al Paese e alle imprese stesse un nuovo impulso. In Italia ne esistono numerose (a giugno 2017 ne risultano 7.398) ma la loro crescita non è ancora ottimale
Promuovere una nuova cultura del digitale in modo sistemico, valorizzando economicamente le numerose idee imprenditoriali che sorgono in Italia in questo settore.
A titolo meramente esemplificativo, citiamo l’organizzazione – da parte di TILT – della prima missione italiana al CES di Las Vegas, sotto l’alto patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico.